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OPINIONE: Steve English sulla dura realtà di Rea e Kawasaki in Australia

Thursday, 2 March 2023 04:52 GMT

Il telecronista del WorldSBK analizza il primo disastroso weekend del 2023 vissuto dal nordirlandese e dal suo team

Più domande che risposte per alcuni alla fine del primo Round del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike 2023. Dopo un weekend che ha visto protagonista Alvaro Bautista (Aruba.it Racing – Ducati) e andar forte anche il suo compagno di box Michael Ruben Rinaldi mentre Toprak Razgatlioglu (Pata Yamaha Prometeon WorldSBK) ha fatto fatica, ci sono tanti temi da esplorare.

SON FINITE LE GIORNATE DI GLORIA PER KAWASAKI?

Upgrade alla moto e cambiamenti all’interno del box avevano dato delle speranze nel corso dell’inverno ma quando siamo arrivati in pista in Australia abbiamo capito che le speranze superavano le aspettative nel caso di Kawasaki. Sei titoli mondiali per Jonathan Rea e dieci anni consecutivi ricchi di sfide per il team rendono difficile trarre la conclusione sul fatto se le giornate di gloria siano o meno alle spalle ma Rea sa che quest’anno per lui sarà difficile correre nelle prime posizioni. Quanto successo in Australia senza dubbio fornisce un quadro delle sfide che hanno davanti.

“Per quest’anno non abbiamo una moto nuova, ma degli upgrade” ha detto Rea al termine del weekend in Australia. “La nuova specifica del motore non ci dà molta velocità di punta in più ma ci fornisce maggiore coppia. Stiamo provando a migliorare la moto ma questo lo fanno tutti. Correre contro Alvaro e Ducati significa che devi correre al limite in ogni curva”.

Per il 2023 Kawasaki ha omologato una nuova specifica del motore ma i cambiamenti – che includono l’introduzione di una presa d’aria variabile – sono stati problematici. Nel corso dell’inverno i piloti Kawasaki sono caduti: quattro volte nel caso di Rea. L’introduzione di un nuovo ingegnere elettronico, Sander Donkers, ha portato delle novità anche in termini di prospettiva ma l’architettura base della moto ora è datata e superata da parte di Ducati.

LE GARE IN AUSTRALIA: peggior prestazioni in dieci anni per Kawasaki in Australia

A Phillip Island lo abbiamo visto in Tissot Superpole Race. Rea, spinto fuori pista nel corso del primo giro da Dominique Aegerter (GYTR GRT Yamaha WorldSBK Team) era atteso da una rimonta per portare a casa dei punti decenti. Ma la realtà è stata molto diversa. Rea, spesso in grado di andare oltre i limiti di una moto, nel corso della carriera è stato un maestro nell’adattarsi. Difficilmente a livello mentale accetta il concetto di sconfitta. Domenica scorsa, per la prima volta da quando corre con Kawasaki, non è riuscito a compiere alcun progresso. Dalla decima posizione al primo giro, è arrivato soltanto settimo, con Philipp Oettl (Team GoEleven) fuori portata e dopo aver beneficiato della caduta tra i due compagni di box in casa GRT Yamaha Remy Gardner e Aegerter.

Nei 22 giri di Gara 2 del pomeriggio abbiamo visto Rea e il compagno di squadra Alex Lowes lottare nel gruppo che si stava giocando la quarta posizione. Gruppo formato da nove piloti e nel quale il pilota Kawasaki ha provato a mettersi dietro gli altri ma disputando tutta la gara al limite. Non è stato affatto facile e nulla è stato dato per scontato. Alla fine Rea è arrivato ottavo senza riuscire a lottare con Axel Bassani (Motocorsa Racing), Philipp Oettl e Iker Lecuona (Team HRC) prima di essere superato da Aegerter all’ultimo giro.

IN CONCLUSIONE: Phillip Island è un reale indicatore?

“Abbiamo fatto dei cambiamenti alla moto per quest’anno e sono responsabile della direzione che abbiamo intrapreso con lo sviluppo della moto”, ha proseguito Rea. “Si basa sul feedback che guida lo staff. Penso che nel corso della stagione faremo meglio e che la pista di Lombok si adatterà meglio a noi ma dobbiamo capire cos’è successo a Phillip Island”.

Capire cos’è successo in Australia sarà fondamentale per Rea e Kawasaki e in questo weekend in Indonesia dovremmo vederli messi meglio ma i giorni di gloria – almeno per il momento – sono alle spalle. In ogni caso non sorprendiamoci di vedere Rea, da sei volte campione del mondo, reinventare se stesso – come fanno tutti i grandi campioni del mondo – per ridurre ancora le lacune.

 

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